Applausi a scena aperta e sold out per “Madama Butterfly”, la celeberrima opera di Puccini, rappresentata
il 28 luglio, in uno dei teatri all’aperto più suggestivi delle Marche: l’Anfiteatro delle
Fonti di Ripatransone. Una rappresentazione scenica e musicale di altissimo valore, firmata dal regista
Frederik Boni, con la partecipazione di artisti di fama internazionale come il soprano brasiliano
Andrea Ferreira (Cio Cio San – Madama Butterfly) e il tenore Cristiano Langaro (Pinkerton),
il mezzosoprano Sunghee Shin (Suzuki) e il baritono Pierluigi Dilengite (Sharpless).
Nei ruoli di fianco, Violetta Svatnykh (Kate Pinkerton), Andrea Chiarini (Goro), Luca Giorgini
(il principe Yamadori), Paolo Porfiri (lo zio Bonzo) e ancora Rita Dessì, Mary
Tomassini, Tomie Kano.
L’opera che da sempre emoziona gli spettatori di tutto il mondo, è stata resa ancora più eccelsa
dal Coro Lirico (formato da elementi provenienti da istituzioni musicali prestigiose) e l’American
International Orchestra i cui musicisti, in tournée in Italia, sono tornati ad essere diretti dal
grandioso maestro Roberto Pomili. Un pubblico delle grandi occasioni è rimasto rapito dal coro
in processione coi ceri accesi, simbolo di una speranza che non vuole arrendersi e dall’allestimento.
Le emozioni si sono rincorse con un ritmo incalzante, sin dal primo ingresso della “Madama
Butterfly” su quella collina di Nagasaki, ricostruita a monte della gradinata semicircolare del
teatro, che ha esaltato la bellezza architettonica e naturale del luogo richiamando le campagne e i
monti verdi del Giappone .
Interminabili i minuti di applausi, alla fine, per il direttore d’orchestra e i protagonisti la cui bravura è emersa anche per il merito dell’arte vocale di Sunghee Shin (Suzuki) e il baritono Pierluigi Dilengite (Sharpless).
Il successo per Madama Butterfly, conferma l’attualità di questa tragedia. Il dolore senza tempo della
giovane geisha conquista e ammalia ancora, commuove lo spettatore e lo fa sognare accompagnandolo,
tra luci e ombre, attraverso le arie più famose e struggenti dell’opera pucciniana fino all’estremo
sacrificio.

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