Intervista esclusiva allo scrittore e conduttore radiofonico Luca Bianchini

di Tiziana Sisto

7 maggio, prima domenica del mese, un pomeriggio in compagnia degli amici dell’associazione Riflessi d’Arte presso la Società Artigiana di Martina Franca, in occasione della rassegna “Il Maggio dei libri”. A inaugurare la prima delle quattro giornate è stato il vecchio amico (nonché pugliese d’adozione) Luca Bianchini col suo nuovo romanzo “Nessuno come noi”.

tiziana-lucaLo staff di Saturno 22 si è trattenuto a fare due chiacchiere al bar con lui. Educato, disponibile, solare (come sempre).

Luca, il tuo nuovo libro è stato tra i più letti. È andato in ristampa e continua ad avere successo. Ma come nasce l’idea di questa tua opera?

“Credimi, per caso. Cercavo un vecchio scontrino, poi ritrovo davanti al diario del liceo, anno 1987. Lo sfoglio e subito mi viene nostalgia. Ne parlo con una mia vecchia compagna di scuola. Riemergono molto bei ricordi e decido di scriverci il mio nuovo libro. E’ l’a avventure di Vince, Cara e Spagna tra amori e amicizie in uno dei più importanti licei di Torino”.

Hai voluto trasmettere un messaggio in particolare ai lettori oppure hai solo rievocato il passato per poi raccontarlo?

“Nessun messaggio, anzi. Ad un certo punto ho addirittura pensato che non ne valesse la pena perché temevo che a nessuno sarebbe interessata una vicenda di 30 anni fa. Volevo solo raccontare una storia senza social e cellulari”.

Torneresti volentieri indietro per rivivere quegli anni?

“In verità ti dico di no, perché significherebbe ripetere ogni singolo giorno degli ultimi tre decenni. Non me la sentirei”.

Ma tu, Luca, com’eri al liceo? Eri come Vince?

“Assolutamente si. Studioso, bravo, stesse origini del Sud”.

A proposito di origini meridionali. Nella storia si nota qualche personaggio che fa confronti tra i torinesi doc e quelli di adozione e, poi c’è la famosa frase ‘è del Sud, ma è una brava persona’ . Hai mai vissuto (direttamente o tramite altri) questo tipo di discriminazioni?

“Come no, certo! Con una madre di origine siciliana, ti lascio immaginare”.

‘La casa dove nasci segnerà per sempre la tua vita’. È cosi che inizia ‘Nessuno come noi’. Quanto ha inciso la tua casa d’origine su di te?

“Tantissimo, perché i miei genitori avevano una lavanderia ed eravamo una famiglia semplice. Anche se poi mi sono laureato e diventato un noto scrittore, ti dico che porto sempre con me la l’umiltà trasmessa dai miei. La casa dove nasci lascia sempre un segno indelebile”.

I tuoi compagni di classe come hanno reagito davanti a questa sorpresa del tuo libro?

“Alcuni sono stati molto contenti, prevalentemente chi è rimasto mio amico nel tempo. Quelli che erano snob meno entusiasti. Probabilmente non si sono nemmeno presentati alla prima del libro£.

Dopo il successo de ‘Io che amo solo te’ e ‘La cena di Natale’, vedremo anche il film tratto da ‘Nessuno come noi?”

“Certamente! Si è già in trattativa. Quando uscirà con esattezza non so dirlo per ora. Ma i lavori sono in corso”.

Hai parlato del desiderio di acquistare un trullo. Perché non valuti l’idea di ambientare la prossima storia tra le campagne della nostra Valle D’ Itria?

“Ah Ah l’idea non è male. Ti prometto che ci penserò su”.

Il tuo ricordo più bello degli anni 80?

“Sicuramente l’adolescenza. Non dico che si vivesse meglio in quel periodo e male al giorno d’oggi. Credo che al di là delle epoche, si possa dire di vivere bene quando si è giovani e spensierati. Nonostante io abbia narrato una storia senza cellulari e social, non vuol dire che gli anni ’80 fossero peggiori o migliori. Tutto si cristallizza alle fasi della vita. Una differenza esiste, però. In quegli anni si era abituati ad aspettare. Si scrivevano lettere a mano e si attendevano giorni per la risposta. Se il telefono squillava, c’era l’ansia di sapere chi fosse. Saper attendere è fondamentale. Ora, se whatsapp resta bloccato per qualche ora o si invia un sms che viene visualizzato, ma senza una risposta immediata, si diventa paranoici”.

Il prossimo appuntamento della rassegna letteraria sarà domenica 14 maggio con “La coscienza del male” di Matteo Gentile, ore 19 presso la società artigiana .

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