La cultura tavolocentrica del Sud

di Matteo Gentile

Il terzo spettacolo nel cartellone della rassegna Comic Risollevante tour 2017 presso il Teatro Verdi di Martina Franca si apre, giovedì 9 marzo scorso, con l’interessamento di uno dei cinque sensi poco usati nel mondo spettacolo: quello dell’olfatto. Già, perché in scena, sul palco, lo chef Emilio Pompeo, oltre che a essere voce e capitano di una barca a vela immaginaria, lavora ai fornelli già dalle prime battute contribuendo a diffondere nell’aria un intrigante profumo di soffritto che mette subito di buon umore gli spettatori. Pompeo introduce Dino Paradiso, il quale unisce la propria comicità che spazia tra le usanze culinarie, e non solo, da “terronia”, a una definizione tanto originale quanto efficace della cultura meridionale italiana: tavolocentrica.

Come sia avvenuto questo singolare incontro ce lo spiega proprio lo chef Emilio Pompeo a fine spettacolo, sul palco, mentre “sbarazza” i fornelli.

“L’idea nasce da un incontro a Sanremo dove io, come chef executive, spettacolarizzo la cucina. Incontro Dino, appunto, gli racconto di questo mio progetto nato dopo sei mesi di mare in barca a vela in due. Cominciamo a scrivere qualcosa, a prendere quello che c’era già, e così abbiamo portato la cucina sul palco del teatro, cercando di produrre un viaggio che fosse sensoriale, legato agli elementi. Qualcosa di semplice, che arrivasse non solo ai denti ma che arrivasse nel profondo. Questo il progetto, al quale si è aggiunto un maestro, Gaetano Russo, che ci ha pregiato non solo della sua amicizia ma soprattutto della sua grandezza e capacità, creando scenografie, idee e regia. Così con Dino, grande professionista, noi gregari semplici ma divertiti, abbiamo fatto quello che vedete, con Sally Cangiano, chitarrista e grande musicista, e con Roberto Di Maio, splendida voce”.

Dino Paradiso, nello spettacolo, ci parli di concezione tavolocentrica. Ce la spieghi in breve?

“E’ un’idea bellissima, quasi oltre Copernico, dove il tavolo diventa il sole che ci dà gioia. E’ chiaro che il concept dello spettacolo è nuovo, mettere insieme il cabaret, la musica e il cibo”.

Ed è anche coraggiosa!

“Sai cosa? Il coraggio non è una cosa che devono avere solo gli eroi, ma è anche voglia di mettersi in gioco. Quando le cose vengono fatte in maniera genuina e col cuore si potrebbe anche sbagliare, perché è umano, ma non bisogna avere paura. Noi non abbiamo mai avuto paura di esprimerci sul palco. Anzi vogliamo utilizzare anche dei metodi nuovi di espressione, soprattutto oggi che il cibo è così declinato in modo spettacolare. Per noi invece è una riflessione molto seria, quella in cui accompagniamo lo spettatore. Utilizziamo il cibo portandolo anche concretamente sul palco (e distribuendolo in sala a conclusione dello spettacolo, ndr),  con la presenza dei fornelli, e con il mangiare insieme, come attorno a una tavola, appunto”.

E poi c’è questa presenza del profumo che stimola anche il quinto senso…

“Certo, perché per noi lo spettacolo è qualcosa di totalizzante in tutti i sensi. E’ uno spettacolo con dei contenuti, perché attraverso il cibo, la poesia, la musica e il cabaret, la riflessione comica, si vuole lasciare allo spettatore un gusto in bocca e nel cuore di qualcosa di appagante. E’ come alzarsi da tavola e dire però, mi è piaciuto!”

Chiudiamo così, con un saluto agli amici di Saturno22, tra i quali c’era già Dino Paradiso (vedi foto), e con l’auguri che lo spettacolo e la cultura siano sempre più un mezzo di sostentamento dell’anima. Noi, almeno, ci proviamo affinché sia così.

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