Giulia Mazza, giovane e affermata violoncellista, in concerto il 14 agosto 

 

 

Si svolgerà nel suggestivo Chiostro della Chiesa della Madonna del Carmine, il 14 agosto alle ore 21, a Martina Franca, il concerto per violoncello di Giulia Mazza, affermata musicista nazionale.

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Sulle vibrazioni musicali danzerà Lorena Carrieri, ballerina conterranea, sulle coreografie della Maestra Antonella Chirulli. Alcuni versi saranno declamati dallo scrittore Matteo Gentile. La regia è di Antonio Fanelli. Conduce la serata Cinzia Santoro.
Evento con il patrocinio gratuito del Comune di Martina Franca, assessorato alla Cultura, settore Turismo e Spettacolo, in collaborazione con Mamadunia, partnership Macle Mimosa e Hilo Sartorie Rosa Maria Vinci.

“Sorda dalla nascita, a otto mesi mi hanno protesizzata e ho iniziato la logopedia. A tre-quattro anni ho avuto il primo contatto con la musica”, scrive la giovane artista sulla sua pagina personale.

Giulia nasce in una famiglia benestante, suo padre Stefano è figlio di Lamberto Mazza, l’imprenditore che il 27 giugno 1981, quando era presidente del Gruppo Zanussi, tenne una conferenza stampa al Palace Hotel di Udine alla presenza del sindaco Angelo Candolini, annunciando di aver acquistato l’Udinese. Nel 1983 Mazza fece la storia del calcio italiano, portando in Friuli il mito di Zico.

Sua madre, quando Giulia era molto piccola, ha preso per lei una decisione: niente istituti speciali, niente isolamento. Giulia non doveva essere considerata diversa, doveva essere considerata in grado di fare tutto quello che facevano gli altri, e anche di più. Così a 8 mesi porta i primi apparecchi acustici, che le consentono di conoscere subito i suoni, e a tre anni e mezzo scopre la musica. L’intento non era quello di intraprendere una carriera, ma di esercitarsi per poter parlare e comunicare con le persone. “La musica tira fuori la voce, ti aiuta a capire come funziona il mondo dei suoni. Un bambino sordo rischia di avere una voce molto gutturale, chiusa, un po’ robotica e invece la musica aiuta ad aprire la voce”, spiega Giulia. Il corpo è come uno strumento, dice.

La madre ha viaggiato, si è informata, non si è arresa. Giulia ha così iniziato a fare la logopedia, andava fino a Milano per incontrare una professionista e a casa faceva esercizi con la mamma, che a quel tempo non lavorava e si dedicava totalmente a lei. A quattro anni scriveva in corsivo e leggeva, frequentava una normale scuola di musica. E poi sciava, faceva sport, viveva. Questa è stata la sua fortuna, una dote che Giulia ha sfruttato per non rinunciare a nulla e per spingersi oltre a quello che viene dato per scontato.

Giulia non sente, ma suona ascoltando le vibrazioni della musica. Il violoncello “parla” con lei e attraverso lo strumento lei ascolta le note che emette. L’immaginazione è una parte fondamentale della vita di Giulia, che riesce a “sentire” la voce delle persone con tutto il corpo, fatta eccezione che con il sistema uditivo. Un’immaginazione che usa anche mentre suona, da sola e nell’orchestra. Dimostra, lei e tutti i bambini che hanno fatto il suo percorso, che quello che crediamo impossibile è invece vero, reale. Possibile.

Con gli apparecchi retroauricolari analogici è riuscita a sentire i suoni, però modulati. Poi sono arrivati quelli digitali. Adesso non porta più nessun apparecchio, ha una perdita molto profonda e da circa tre anni ha deciso di tornare al “silenzio assoluto”: ha sofferto di acufeni molto forti e ha deciso di tornare al silenzio, per evitare la confusione che gli apparecchi le provocavano.

Ingresso su prenotazione al 3287158430 e con esibizione di green pass ai sensi del D.L. 23 luglio 2021, n. 105.

 

 

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