La piccola e media impresa, gli artigiani e i lavoratori autonomi d’Italia, si sta radunando in quella che, ci si auspica, potrà diventare una protesta epocale di livello nazionale da portare avanti lungo il 2020. Su Facebook è nato da due mesi un gruppo denominato “Partite Iva insieme per cambiare” che ha già raggiunto numeri esponenziali, crescendo di consensi in modo vertiginoso, sfiorando i 170 mila iscritti. La battaglia si concentra su 13 punti approvati da sette professionisti che si sono riuniti il 13 dicembre scorso in una Associazione di promozione sociale denominata “Partite Iva insieme per cambiare”. Il presidente è Giuseppe Palmisano, commerciante di Monopoli (Ba), il quale è il precursore dell’idea di mettere insieme un gruppo di professionisti aventi partita Iva, che operano in settori diversi, pronti a dichiarare guerra al governo italiano e a ribellarsi alla pressione fiscale che sta schiacciando vari comparti dell’industria e del lavoro autonomo. Nelle città sono tanti i negozi e le imprese che chiudono perché non ce la fanno a sostenere i costi per mantenere in piedi un’attività. Così i titolari spesso si ritrovano costretti ad arrendersi. Stando a un report di Unimpresa, in Italia la pressione fiscale è più alta rispetto a tutti gli altri paesi europei e il carico fiscale supera il 64% del fatturato. Tasse, acconti, interessi, spese e pagamenti, per i commercianti, gli artigiani e le piccole e medie imprese è diventato difficile mantenere la saracinesca aperta. I punti salienti della discussione che si vorrà intavolare con i vertici istituzionali del governo, sperando di spuntarla almeno sui più importanti, sono i seguenti:

  1. Riduzione spesa pubblica e sprechi;
  2. Riduzione del prelievo fiscale e contributivo al 30-35% globale per le          imprese di ogni categoria, con minimo fisso;
  3. Abolizione studi di settore, ISA con determinazione del reddito     analitico;
  4. Revisione statuto contribuente e sua effettiva applicazione;
  5. Reddito minimale di imprese con 15-20.000,00 euro per un periodo          di 2 anni da integrare in caso di mancato raggiungimento a carico         dello Stato;
  6. Riduzione contributi lavoratori dipendenti e autonomi tramite l’abbassamento delle pensioni d’oro e sprechi pubblici;
  7. Sistema di protezione del reddito in caso di malattie o altri problemi gravi del lavoratore autonomo;
  8. Applicazione di imposte in modo uguale per i paesi membri della comunità europee e web tax al commercio on line;
  9. Riduzione aliquote Iva;
  10. Eliminazione acconti Iva e altre imposte dirette;
  11. Lotta alla burocrazia, revisione sistema agevolazioni creditizie alle   imprese;
  12. Tracciabilità dei prodotti made in Italy;
  13. Innalzamento limite contanti a 10.000,00 abolizione obbligo del POS          e delle ganasce fiscali, impignorabilità dei conti correnti;

L’Associazione è impegnata in questi giorni nella nomina dei referenti di zona delle varie regioni italiane, a partire dalla Sicilia e la Puglia, affinché la protesta raggiunga tutti i possessori di partita Iva. Si pone con obiettivi apolitici e crede fermamente degli ideali prefissati dai 6 membri del direttivo che presentiamo qui di seguito:

  • Giuseppe Palmisano, commerciante di Monopoli (Ba), presidente;
  • Francesco Tribuzio, libero professionista di Mola di Bari (Ba), vicepresidente;
  • Giuseppe Sabatelli, dottore commercialista di Monopoli (Ba), cassiere
  • Adriano Notarangelo, commerciante di Monopoli (Ba), segretario
  • Francesco Massafra, libero professionista di Martina Franca (Ta), consigliere;
  • Giuseppe Spalluto, giornalista di Monopoli (Ba), consigliere con funzione di ufficio stampa

 

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Inoltre, il Direttivo sta approntando l’organizzazione di alcuni incontri territoriali suddividendoli per aree geografiche. Il primo sarà a Bari, dedicato a tutte le categorie con partita Iva del meridione. Poi si passerà ad incontrare quelle del centro e del nord Italia, ultima tappa Roma dove sarà chiesto un incontro con il Ministro delle Finanze Stefano Patuanelli. Infine, sarà avviata una petizione mediante il web con l’obiettivo di raccogliere 500 mila firme su un numero di 6 punti fissati. La protesta vorrà avere soltanto uno spirito pacifico, di dialogo costruttivo, e per il momento non ha intenzione di riempire le piazze come hanno fatto le Sardine ad esempio. Bensì, la discussione dovrà avvenire in luoghi in cui ci si potrà confrontare per rafforzare la tesi condivisa da tutte le piccole e medie imprese, le industrie e i lavoratori autonomi sul prelievo fiscale che oggi soffoca e crea delle profonde ingiustizie. Dalla partecipazione massiccia che si è notata all’interno del gruppo Facebbok si è evinto che la tematica è molto sentita da tutto il Paese ed è un primo termometro per misurare l’interesse verso la causa.

Infine, il Direttivo della Associazione Partite Iva Insieme per Cambiare ha anche aperto un conto corrente sul quale far pervenire delle donazioni. I fondi verranno utilizzati per supportare le spese ad esempio di striscioni, bandiere, magliette e per affittare i luoghi in cui poter svolgere gli incontri. Chiunque potrà dare il proprio contributo volontario che non prevede delle soglie limite ma vuol essere lasciato alla completa libertà di chi sposa gli obiettivi e le cause di questa protesta.

IBAN: IT14U0846941570000000150162

Intestato ad Associazione Partite Iva Insieme per Cambiare

via San Vincenzo 12/B 70043 Monopoli (Ba)

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