Un’indagine al di sopra di ogni sospetto ©

(ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente… casuale)

di Matteo Gentile

libriE’ una fredda sera d’inverno. La primavera è ancora lontana dal venire. Un gruppo di persone ha deciso inspiegabilmente di riunirsi in una grande stanza in gran segreto. A dire la verità, questo incontro non è poi così segreto, visto che nei giorni precedenti è circolato un invito a essere presenti, indirizzato a migliaia di persone. E in effetti, sono migliaia coloro che hanno visto l’invito, lo confermano i dati di rilevazione del grande fratello il web. Di queste, solo alcune centinaia lo hanno veramente letto. E anche questo è confermato. E solo alcune decine hanno detto che si sarebbero recate all’incontro. Ma poi, in quanti si sono presentati davvero? Ma soprattutto, cosa sta sotto questo misterioso incontro? Per scoprirlo, una organizzazione segreta non ben precisata ha ingaggiato un investigatore privato che si è mischiato a questi presunti cospiratori, ovviamente in gran segreto e senza farsi riconoscere. Non indossa l’impermeabile come i famosi detective di qualche decennio fa, non ha nemmeno il doppio petto come gli agenti segreti della letteratura britannica. Non sappiamo se sia un uomo o una donna, ma questo non ha alcuna importanza, visto che ormai la società non fa più distinzione di sesso… Sì, d’accordo, questa è una bugia, ma tanto quando si scrive non si vede se ti cresce il naso come al burattino che insisteva a voler diventare un essere umano.
Sappiamo, però, che l’investigatore privato di cui stiamo parlando ha la stessa curiosità di quelle persone che si sono riunite in questo posto, che poi tanto misterioso non è. Una curiosità che li ha spinti, nel tempo, a leggere decine e decine di libri e romanzi, centinaia e migliaia di pagine piene zeppe di emozionanti duelli o di amori a volte inconfessati e altre volte soffocati dal mondo. Storie curiose, interessanti, misteri insoluti e drammi vissuti spesso lontano nello spazio e nel tempo, ma resi vicini da questo strano oggetto rettangolare pieno di pagine fruscianti che si ostina ancora a voler sfidare il mondo. Un mondo dove tutto va di corsa, dove tutti chiedono e nessuno sembra rispondere. Dove tutti parlano e nessuno ascolta. Un mondo dove la diversità è osteggiata e derisa ma anche protetta ed esaltata nella eterna contraddizione di questa strana specie che definiamo umana. In questo mondo così pieno di contrapposizioni e di veloci pensieri, questo gruppo di pazzi vuole fermarsi e ascoltare… Cosa? La voce dei racconti. E’ certo, sono pazzi, come definirli altrimenti? Sono come rinchiusi in una caverna con le spalle rivolte all’uscita, guardano a un muro davanti a sé pieno di colori, immagini e pensieri, ma non vedono quello che accade fuori, anche se lo sentono e lo percepiscono. Eppure continuano a leggere racconti, a scrivere poesie, a sognare mondi dove cuore fa ancora rima con amore e dove un uccellino in gabbia viene liberato perché possa volare in alto, anche a costo di bruciarsi le ali vicino al sole.
In questa notte d’inverno, con la primavera ancora lontana, il nostro investigatore proprio non riesce a capire come abbiano fatto queste persone a spegnere i cellulari e ad accendere i cervelli messi in standby per troppo tempo. Ha elaborato un’ipotesi investigativa e guardandosi in giro cerca gli indizi che la confermino.
C’è una ragazza che si commuove quando sente parlare di un bambino torturato e reso schiavo in un paese lontano. E questo è un primo indizio. C’è un uomo un po’ avanti con l’età rispetto agli altri che ancora immagina di voler diventare grande. Secondo indizio. Poi c’è un indizio ancora più clamoroso, e questo è collettivo. Ci sono tante persone, tutte insieme, che condividono una passione comune senza pestarsi i piedi, senza litigare perché fanno il tifo per i poeti romantici o per quelli ermetici. Se tre indizi fanno una prova, dunque, l’ipotesi di partenza è supportata da una prima certezza: queste persone riunite in segreto amano la vita. La amano a tal punto che a volte sembrano quasi disprezzarla, per quanto la mettano a rischio. Anche se non si tratta di un rischio negativo, a dire il vero, nel senso che non rischiano di perderla, la vita, ma di guadagnarla.
E infine, c’è il corpo del reato, quello che dà una svolta decisiva alle indagini: in un angolo, un libretto, scritto da un certo Fëdor Dostoevskij, dal titolo “Le notti bianche”. L’investigatore lo sfoglia, e trova un brano evidenziato: “Invano il sognatore rovista nei suoi vecchi sogni, come fra la cenere, cercandovi una piccola scintilla per soffiarci sopra e riscaldare con il fuoco rinnovato il proprio cuore freddo, e far risorgere ciò che prima gli era così caro, che commuoveva la sua anima, che gli faceva ribollire il sangue, da strappargli le lacrime dagli occhi, così ingannandolo meravigliosamente”.
Ecco quello che il nostro investigatore scriverà nel rapporto: sotto questa riunione, in questa fredda notte d’inverno, c’è un motivo ben preciso, e i fatti lo dimostrano chiaramente.

Queste persone si sono riunite perché vogliono ancora sognare.

O no?

Martina Franca, 24 febbraio 2017, “La notte dei racconti

Nota dell’autore: la serata è stata animata con numerose letture di vari generi di racconti, conclusa con la lettura dello stesso qui proposto e da una performance di Antonella Colucci che era stata la promotrice dell’iniziativa. E poi, un momento conviviale con ottimi prodotti locali, salati e dolci, offerti a tutti i presenti dagli organizzatori. Ci sia consentita una battuta: la cultura nutre, e non solo l’anima!

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