Palazzetto gremito per salutare Carrisi e Rubino

di Matteo Gentile

E’ fin troppo facile dedicare una recensione positiva alla serata che ha visto protagonisti Donato Carrisi e Renzo Rubino in una performance alla quale hanno preso parte oltre 1500 spettatori entusiasti e festanti in un Palazzetto dello Sport finalmente gremito. Accanto a loro c’erano Ottavio Martucci, avvocato ormai porta-fortuna dello scrittore italiano di noir più letto al mondo (che non si sa quanto scherzando o sul serio affermi di non averne mai letto un libro), Graziano de Pace, videomaker professionista, e ha fatto un’incursione anche Pierdavide Carone, autore del famoso brano con cui Valerio Scanu vinse un Festival di Sanremo. Quello di “far l’amore in tutti i luoghi in tutti i laghi”, per intenderci, su cui si è anche un po’ scherzato. La cronaca impone di raccontare, anche per chi non era presente, per scelta o per impossibilità o per qualsiasi altro motivo, che l’incasso (l’offerta era libera) sia stato di 4300 euro, tutti devoluti all’Amar Down, l’associazione martinese che si occupa da diversi anni di sostenere famiglie e persone con sindrome di Down. E’ fin troppo facile fare una recensione positiva, dicevamo, ma i fatti parlano chiaro. Chi c’era ha dimostrato di aver gradito il modo in cui i due figli di Martina Franca hanno raccontato se stessi, le proprie “disavventure” iniziali, la lunga strada verso il successo, ognuno nei rispettivi campi. Gli assenti, che il dire comune afferma abbiano sempre torto, non possono parlar male di ciò che non hanno né visto né sentito. Anche se, nell’era digitale, video e foto hanno fatto il giro dei social in tempo reale. Canzoni e racconti, ricordi e dichiarazioni d’amore per la propria città. Un doveroso ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione della serata, primo fra tutti quel “visionario” di Stefano Coletta che ha fatto da gancio nell’organizzazione insieme all’associazione MartinaTRE.
Anche qualche lacrima di commozione per Donato, e un caro ricordo per Vito detto “La parigina”, uomo elegante di cui rimane soltanto un numero: 107, come i passi che percorreva nelle sue passeggiate in città. Un affettuoso ricordo da parte di Renzo è andato anche al maestro Giovanni Griffi che quest’anno ha raggiunto gli altri illustri musicisti, e del quale resta in eredità alla città quel “Martena meje” che tutti hanno cantato in coro per un saluto affettuoso. Da cronista attento, chi scrive ha sentito anche qualche voce “fuori dal coro”, che affermava di come i due si siano “parlati addosso”, dando vita a una sorta di “autocelebrazione”. Probabilmente hanno le carte in regola per farlo, visti i riconoscimenti non solo di critica ma anche e soprattutto di pubblico che Donato e Renzo stanno ottenendo, e non soltanto in Italia. Oltre ai successi di Sanremo e di premi come il Bancarella, lo scrittore e il cantautore possono mettere sul piatto tournée mondiali e libri tradotti un po’ in tutto il mondo. E scusate se è poco, sembrano dire.
Il futuro vicino parla anche di un disco di imminente uscita, a marzo, per Rubino, e di un film il cui primo ciak è fissato sempre nello stesso mese per Carrisi. “La ragazza della nebbia”, penultimo lavoro di Donato, diventa un film, di cui lo scrittore è anche produttore e regista. Una bella soddisfazione, per chi ha cominciato a calcare le scene con l’associazione Vivarte (con grande riconoscenza, da parte sua) e per chi suonava allo Showgirls accompagnando musicalmente ragazze che facevano lo striptease. Ecco, un po’ Donato e Renzo si sono messi a nudo, esponendosi anche a eventuali critiche. Ma il coraggio da loro dimostrato nelle rispettive scelte di vita e professionali fin qui ha pagato, eccome. E’ significativo, inoltre, sentire l’autore de “Il suggeritore”, che lo ha fatto conoscere al mondo, affermare che la cosa più importante che gli abbia portato il fatto di aver scritto quel libro sia stata quella di vedere la nascita di suo figlio. Così come è significativo sentire da Renzo che è tornato a vivere nella sua amata Martina dove, tra un brano e l’altro, coltiva rape, pomodori e patate.
Ci sono cose essenziali che nessun successo al mondo può oscurare. E raccontarle ai propri amici, come in una grande festa in un grande salotto, è stato un modo per sentirsi tutti un po’ più vicini.

Copyright (Ph. Emiliano Narcisi)

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