Dopo il successo di Fantozzi  ora nelle sale italiane ritorna  “Il secondo tragico Fantozzi”, il tragicomico secondo capitolo del leggendario ragionier Ugo Fantozzi portato alla ribalta da Paolo Villaggio.  Un nuovo ritorno al passato, al 1976 con precisione, l’anno in cui al cinema debuttò “Il secondo tragico Fantozzi” di Luciano Salce. Il film distribuito da Eagle Pictures, restaurato in 2k, sarà nelle sale solo il 2, 3 e 4 novembre 2015 per un evento unico ed irripetibile. saturno22 vi propone l’intervista a Anna Mazzamauro, la mitica Sig. na Silvani, che Paolo Villaggio ha definito “Una delle migliori attrici comiche che l’Italia abbia mai avuto!”

 

“Caro bugiardo”  la commedia di Jerome Kilty che ha portato in giro con Corrado Tedeschi è un struggente omaggio al motore della vita. Ma cos’è l’amore per Anna Mazzamauro?
L’amore è… l’amore per il teatro, mi è rimasto solo quello a parte il sentimento per mia figlia ma sarebbe retorico dirlo perché è talmente naturale amare un figlio che non mi metto a parlare di questo! L’amore per il teatro è assoluto, c’è una battuta che ho scritto per questa commedia dove dico: “Se sei incazzata vieni qua, vicino a me, toccami io sono il teatro che risolve tutto!”. Secondo me il teatro è come un unguento, un balsamo da spargere sulle ferite e io, come Stella Patrick Campbell la protagonista di “Caro bugiardo”, non posso fare altro che consacrarmi tutte le sere a questo lavoro; così almeno per due ore “la mia mente, la mia anima, il mio corpo non sono più luoghi solitari”.

Chi le ha sparso, per la prima volta, quell’unguento salvifico?
Io credo di essere nata con questa malformazione fisica e mentale non di diventare attrice ma dell’avere la consapevolezza di essere un’attrice, è nel dna! So che parole del genere possono suscitare o ilarità o commiserazione ma io lo dico in senso rasserenante verso gli altri che hanno questa mia stessa dannazione per il teatro, mia madre diceva che ero dannata “tolstojeschianamente”!   Allora potrai dirmi non è in contrasto il rasserenante con la dannazione? Rasserenante è avere la consapevolezza di una dannazione, almeno sai che hai quella e basta! Io non consiglio ai giovani di iniziare questa carriera a meno che non si abbia questa consapevolezza del proprio talento che dev’essere assoluta.

Ogni sera dedica almeno due ore alla sua “rasserenante dannazione” ma c’è qualcosa che non le va giù di questo vivere un po’ fuori dalle righe?
Io non sono pessimista però se penso cheaggià murì” mi scoccia tanto perché amo la vita al punto da trovare così antipatico ed inutile morire, come poi diventa pure inutile vivere se dobbiamo morire. Io trovo meraviglioso avere fede nell’aldilà in questa favola stupenda che si sono inventati le religioni per dare un po’ di respiro alla gente che non capisce che senso abbia stare qua,   io però che a questa favola non credo mi arrabbio prepotentemente perché, tu capisci, io lotto, litigo, gioisco, sono felice, mi sveglio, m’addormento, vedo la luce, la televisione frutto del potere dell’uomo perché ogni invenzione accresce il suo essere e poi …

Adda muri?
Già, un vero peccato!

Resterà di lei, in eterno, almeno per gli appassionati del genere fantozziano l’aver dato anima alla Sig.na Silvani di Luciano Salce. Questo la consola?
La sig. na Silvani è una stronza paurosa che ho raccontato come un cartone animato ma io non sono quella…

 

A proposito dell'autore

Martina Zaccaria
Direttore Editoriale

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